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Punti di vista

E’ un paese per vecchi. La Ticosa di Linus, cotoletta a 30 euro e prosecchino scadente

(Non) Facciamoci del male.

In questa città c’è qualcuno che coltiva – con una certa puzzètta subnasale, convinto di non essere beccato – il talento unico di barare al solitario. Non è malvagità, non è cattiveria, non è perfidia (mh, si spera). Ma è solo sonnolenta e timorosa afflizione da letargia, paura di spostare l’asse del pensiero e dei desideri a un livello superiore. O (e anche) interesse di potere.

E’ qualcuno che, avvolto in un copertone irrazionale di paure, tanto stretto e transizionale come l’orsetto per il bimbo (Linus, fratello, dove sei?), vive per la conservazione, sic et simpliciter, dura e pura del campanile.

Quando parli di futuro quel qualcuno gonfia il petto argomentativo (ahah) e risponde: “E allora, i parcheggi?11!!??”. Quando punti il naso (bracco speranzoso) per fiutare la direzione dell’orizzonte (di un orizzonte, almeno, pure piccinopiccino) ti risponde: “Eh ma il traffico?!?!11?!11!”.

Che la vita e il futuro di una (micromacro)società siano destinati a giocarsi sul tavolo del baratto con quattro pneumatici e un tubo di scappamento, non solo offende intelletto e nobiltà (opportuna&necessaria) del dibattito pubblico-politico ma fa spiaggiare per sempre sulla brandina della resa anche il più cazzuto dei condottieri.

ESEMPIO

C’è una pista ciclabile che attraversa l’Europa, uno dei percorsi dovrà (dovrebbe? Avrebbe dovuto?) passare per Como, arrivando da Cernobbio e dalla Svizzera, etc. Si chiama Dorsale Urbana della via dei Pellegrini. La sola idea che colleghi città, paesielli, capitali, identità e popoli di un Continente scatena un colpetto all’altezza del diaframma (Non siamo una cantina, ragazzi! Vai, che diventiamo cosmopoliti!). Moto d’orgoglio e di piacere.
Si fa la ciclabile, dunque?
Pareva di sì.
Si farà?
Eh, boh.
Come? Perché?
Perché toglie qualche posto auto in via Mentana.
Uh.

QUI tutta la vicenda

Ora. Bisogna immaginare una stanzettina a Bruxelles, dove un funzionario scopre che il progetto di cicloturismo europeo più importante degli ultimi 50 anni (Turismo, amici, turismo! Non parlate di questo ultimamente?) rischia di non passare da Como-La-Bella perché c’è chi si indigna e vuole comprare le verzure al Mercato Coperto solo parcheggiando davanti al Mercato Coperto medesimo (e non a 80, 100, 150 metri di distanza). Nel senso che lo stesso tizio che va a infognarsi da Ikea la domenica alle 15, pretende (PRETENDE) di fare la spesa col suvvone in pieno centro, quando e come vuole (echeno?).

Se si parla di parcheggi frotte di comaschi infilano le cinture di sicurezza, armano le frizioni e partono, leva del cambio in resta, a cavallo di enormi tubi di scappamento (antiparticolato, ovviamente) e fanno casino.

Così. Il funzionario (siamo sempre a Bruxelles. : esiste un mondo fuori) si alza e va dal capo, che a sua volta va da un altro capo. E via, in una concatenazione ascendente e amministrativa e piramidale: fino alla politica. Se ne parlerà in qualche Commissione (tipo: Bici&Oscurantismo), si riuniranno i Gruppi consiliari, magari sarà informato qualche leader. Alla fine penseranno a uno scherzo (Sono Pazzi Questi Comaschi). Poi, qualcuno si premurerà di dire che è vero, che – accidenti – è così. E dalle stanze del potere si leverà fragorosa una pernacchiona tombale con una domanda facile, scolastica: Varese è disponibile? Che figura barbina, direbbe una mia cara, scomparsa, zia.

ALTRO ESEMPIO

C’è la solita Ticosa.
ChenoialaTicosa.
Un attimo.

Paolo De Santis (imprenditore e altre cose) che non è un Mida, sia chiaro, ha presentato il suo uovo: hub creativo, housing sociale, eccellenza, ecceteraeccetera.

Mario Molteni (ex consigliere comunale) ha rilanciato col suo: una cittadella dello sport.

Un altro progetto, è arrivato da Forza Italia (almeno: da un’area azzurra) con Achille Mojoli.

Sono buone idee? Forse, chi lo sa, boh (davvero). Siamo al preprogettuale, minimal intenzionale. Forse ci sono migliori intuizioni ancora da conoscere.
Ma queste idee hanno tutte una cifra comune, con un coefficiente di merito: aver spostato il dibattito dalla maledizione dello stallo e della sosta e del parcometro a un progetto sociale, economico, di sviluppo tra pensiero e lavoro.

QUI, tutta la vicenda

ULTIMO ESEMPIO

La cultura.
Chenoialacultura.
Gli eventi.
Chenoiaglieventi
Un altro attimo, piano. Ne abbiamo scritto ampiamente in due occasioni, non serve ripetersi. Potete spiluccare qui:

Wow: specie rara, da proteggere. Come i panda. Che diventi una “Como Events Commission”

Lake Como Film Night, trionfo di celluloide e vita. La città, diva imbambolata, guarda

Como secondo giorno di Wow music Festival ai Giardini a Lago, Ghemon

Per tornare a bomba. Chi è dunque questo qualcuno che trama nell’ombra? E’ una somma di nomi, di volti, di modi e metodi (soprattutto). E’ uno stile. Son quelli che non parlano male delle cravatte perché mille anni fa la città viveva di seta (niente contro la cravatta e i nuovi design, parlavo di modo, appunto).

Quelli dell’abito buono la domenica mattina, al caffè della noia.
Quelli che adombrano oscuri interessi massonici ogni volta che qualcuno alza il ditino per dire, pudico e timido: “Avrei una proposta”.
Quelli che si battono contro la cementificazione solo quando non è la loro.
Quelli che impugnano la clava contro chi viola il loro diritto di usare la clava.
Quelli che quando dici “visione” pensano tu stia parlando della nonna che è tornata dai grandi pascoli del cielo in forma ectoplasmatica o a un abuso di Mdma.

La loro è paura, piccoloborghese, del vuoto, quella dell’ignoto che ferma il cuore. Anzi, quella che ferma i loro cuori. Ti innamori di un uomo o di una donna perché non sai come andrà, perché c’è un futuro tutto da mettere insieme. Una scommessa, magari pure un progetto: dai che è bello, vediamo come siamo bravi.

Guardavo la figlia di amici, qualche giorno fa: ha quattro anni, è molto bella, è molto furba, è molto intelligente, è una paracula di altissimo livello, che saprà prendere la vita tra le dita. Mi ha fatto pensare che vale la fatica spiegarle che i suoi sogni, no, non sono asfalto e righe blu. Poi ho capito che lo sa meglio di me, da sola. Lo sa meglio di quanto potrei dirle. E giustamente ha altro cui badare.

E poi, rileggevo un pezzo che uscirà su ComoZero Settimanale domani, ci sono gli studenti di quel piccolo gioiello chiamato Cfp. Sapete che dicono? Mi diplomo e vado via. Spagna, Francia, Inghilterra, mondo, universo. Si trasformano in un razzomissile verso la vita.

Esattamente cosa state-stiamo offrendo a questi – vostrinostri- figli? (Sono quelli che, in vecchiaia, teoricamente, avrebbero dovuto cambiarci patelli e catetere,  che avrebbero dovuto asciugarci i dotti lacrimali dal pianto del pentimento o dal siero in eccesso, che è comunque senso di colpa).

Come era quella storia delle migliori-menti?
Dai, lasciamole andare. Ma sì.
Troviamoci soli, come in quel posto dove si dimenticano per sempre i nomi delle cose. Mettiamo un post-it davanti al lago con scritto “il più bello del mondo” e raccontiamocelo tra noi, a bassa voce: che non ci sentano. Compiaciuti e clandestini.

Trasformiamo gli scantinati in appartamenti sperando che AirBnB faccia il resto.
Non digitalizziamo i servizi, ché i tedeschi in coda la domenica mattina alla Navigazione sono un alibi perfetto per dire che tutto va male.

Mettiamo le cotolette a 30 euro, il prosecchino del discount a 8  il bicchiere (scarso e caldo), tanto qualche estero-pirla paga anche le pizze surgelate in piazza pur di guardare Como-La-Bella.

Se è pensiero questo. C’è un problema. E molto grosso.
Non facciamoci del male.

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12 Commenti

  1. Standing ovation.

    E il Santarella? E il Borgo Vico, la Brera piccola Comasca? E il Museo del razionalismo?
    Ma no, dai! Suvvia, abbiamo già tanta bellezza intorno! Accontentiamoci del marciapiede ciclopedonale da Villa Olmo a Cernobbio, delle piscine chiuse, dei palazzetti prossimi al crollo, delle piste di atletica che van bene per correrci solo le campestri, del Politeama monumento all’immobilità, della Como Nuoto con la selezione all’ingresso…

    Votàti all’estinzione.

  2. Basta piagnistei! Non avete ancora capito come gira?
    Fate come me: portate gli ovoni fuori da questa città infame e vedrete che la vita – improvvisamente – vi sorriderà.
    O quantomeno non vi sputerà in faccia ogni giorno.

  3. Inoltre la pista ciclabile creerebbe un enorme onere di lavoro di vigilanza, già adesso non si riesce a tenere sgombra la corsia di sinistra di via Mentana prima del semaforo dove gli automobilisti parcheggiano indisturbati sotto i cartelli di rimozione forzata !!

  4. Allma Mathers ( gaudeamus igitur, nunc est bibendum, jus laxandi coxas, ad virgam erigendam ecc ecc ) ( dedicato al dio Como )

  5. Gli eventi? Quando ci saranno i posteggi si potranno avere gli eventi. O saremo nel caos come sempre. E poi noi siamo per le cose durature. Il nulla ad esempio non finisce mai e non delude nessuno. E poi, a non fare non si sbaglia.

  6. Tutto assolutamente condivisibile. Vorrei aggiungere solo una cosa: a Como, ma purtroppo non solo a Como, chi ha idee è aggredito da chi sa solo lagnarsi e, per una strana maledizione, chi si lagna dei problemi è più ascoltato di chi propone soluzioni. Questo non è solo colpa della polica ma di una cultura da sempre presente ma, in questo periodo, più presente che mai….

  7. La Ticosa? La Ticosa é un’opportunità che tale rimarrà per sempre. Chi sarà lo stupido che spegnerà i sogni di realizzazioni di qualsiasi cosa realizzando e veramente una definitiva? E poi come sfogheremo la nostra fantasia? É una questione psicologica: abbiamo bisogno di sognare il destino di quell’area. Come quando passiamo l’intera settimana a cercare un posto bellissimo dove andare nel weekend e ne troviamo tantissimi, ma l’imbarazzo della scelta non ci fa scegliere e… Rimaniamo a casa. Ma la ricerca e il sogno sono stati belli e la settimana dopo lo facciamo ancora. E siamo felici!

  8. Non capite. Il comune é il più lungimirante di tutti. I posti auto sono il futuro: la gente non potrà circolare perché senza soldi e perché l’inquinamento sarà tale da imporre il blocco totale dei veicoli a motore termico. E allora dove metteremo le auto? Nei posteggi! E le strade saranno naturalmente libere e disponibili per le biciclette. Non sprechiamo spazio per insulse pistine inutili. Pensiamo in grande.

  9. Purtroppo questo è lo spaccato perfetto di Como. Una città di provincia e provinciale, vanamente orgogliosa di un passato non più glorioso e delle bellezze che si è ritrovata mentre ha fatto scempio di quel che si trovava intorno. E i politici e gli amministratori, con poche eccezioni, sono dei pavidi manichini immobili perchè tirati da ogni parte dalle piccole lobbies cittadine non sapendo che, se tirassero fuori i cosiddetti, farebbero solo il bene dei comaschi e non ci sarebbe nessun “gilet giallo” per le strade… a Como.

  10. Mi sorprende che parlate così poco di Università. Anche voi a parlare di Cfp di Monteolimpino e altre cosucce da Provincia?

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