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Iantorno (Pd): “Dormitorio a Santa Teresa? No Maesani, ecco perché”. E lei: “E’ di sinistra, ne dica uno lui”

Nei giorni scorsi abbiamo dato conto della proposta avanzata dalla consigliera comunale del Gruppo Misto, Patrizia Maesani, di destinare a dormitorio permanente l’ex collegio universitario di piazza Santa Teresa, immobile comunale gestito fino a pochi mesi fa dall’Università dell’Insubria.

Piuttosto a sorpresa, però, lo stesso ateneo, dopo aver formalmente annunciato l’addio allo stabile nel 2018, due giorni fa ha inviato una nota ufficiale in cui ha ribadito l’intenzione di tornare a usare l’ex collegio per i propri studenti, facendo di fatto tramontare l’ipotesi di destinarlo ai senzatetto.

Oggi, sul tema torna l’ex assessore al Patrimonio della giunta Lucini, Marcello Iantorno (Pd), che offre una ricostruzione del recente passato dell’immobile ma soprattutto afferma che, anche se l’Insubria non fosse tornata a manifestare il proprio interesse, la struttura non avrebbe potuto essere convertita tout court in dormitorio.

Di seguito, la lettera di Marcello Iantorno. E subito dopo, la replica di Patrizia Maesani ribalta la questione (“Iantorno, da uomo di sinistra, indichi lei un immobile”).

“Dopo avere  ricevuto l’immobile denominato collegio santa Teresa in restituzione, con tutto l’arredo praticamente nuovo e in perfette condizioni, dal Consorzio Interuniversitario per il Diritto allo Studio (C.i.d.i.s. e Politecnico in pratica) dopo circa due anni di trattativa e incontri siamo riusciti nel 2016 con la precedente Giunta a consegnare la struttura in comodato gratuito alla Università dell’Insubria e a stipulare con loro un atto concessorio per la durata di oltre nove anni per la destinazione come Casa degli studenti, ma non solo perchè nelle clausole è pure prevista la possibilità di usare uno spazio comune a piano terra da parte del Comune per incontri e dibattitii pubblici.

In breve, un immobile di pregio destinato ad uso degli studenti universitari e per iniziative culturali. L’immobile si presenta a norma e non necessita di interventi e la destinazione a residenza universitaria avrebbe dovuto avere inizio già da un paio di anni, ma l’Università per motivi che non conosco ne ha finora posticipato l’avvio.

E’ da apprezzare e valorizzare comunque la decisione dei vertici della Università a mantenere la concessione e ad avviarne l’impiego per gli usi consentiti che oggi sono solo quelli propri di una residenza universitaria e non altro e ciò perchè  la destinazione è vincolata per alcuni decenni da un accordo di programma risalente agli anni Novanta tra ministero, Regione, Università e Comune di Como, in occasione dell’investimento fatto di molte decine di milioni delle vecchie lire, sicchè il Comune di Como non può mutarne unilateralmente e a suo piacimento l’uso.

Mi ha meravigliato nei giorni scorsi la presa di posizione pubblica di qualche consigliere comunale (il riferimento è a Patrizia Maesani, ndr) evidentemente ignara del vincolo di destinazione a residenza universitaria esistente da oltre quindici anni, allorquando propose la destinazione del prestigioso immobile a dormitorio pubblico e quindi per un uso attualmente non consentito.

E’ mia ferma convinzione che la destinazione di Santa Teresa debba restare a residenza universitaria e come centro di iniziative culturali per cui negli anni novanta si fece l’intervento di riqualificazione e per ciò vi sono tutti i presupposti sia per la qualità della struttura e dell’arredo che nel contenuto della concessione stipulata nel 2016, salva la possibilità di apportare ora qualche modifica concordata tra Insubria e Comune, perchè l’Università possa sin dal prossimo anno accademico avviarne  l’utilizzo senza perdere altro tempo.

Marcello Iantorno

Come anticipato, non si è fatta attendere la risposta di Patrizia Maesani, integrale nel link qui sotto:

Santa Teresa e senzatetto, Maesani a Iantorno: “Da uomo di sinistra, indichi lui un immobile”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

6 Commenti

  1. Il dibattito è puramente accademico vista la scelta dell’Università. Tuttavia ci sono spunti interessanti. In primo luogo, una condivisione sempre più trasversale sulla necessità di mettere a disposizione un dormitorio attrezzato utilizzando i convitti e gli immobili abbandonati in città. A questo problema, noto e visibile a tutti, si aggiungono i disagi, di cui fa presente l’Avv. Maesani, che derivano dalle nuove povertà: padri e madri separati, divorziati o vedovi, anziani in difficoltà economica, disoccupati, ecc. In alcuni paesi in provincia hanno utilizzato le case requisite ai mafiosi. A Como, per risolvere questo disagio sociale, una soluzione potrebbe essere quella di “smurare gli ingressi” è “ristrutturare” le tante case di edilizia popolare non utilizzate in città e di proprietà del Comune. Tra l’altro si eviterebbe di lasciare nel degrado parte del patrimonio della città che l’ex-Assessore Iantorno ha avuto modo a suo tempo di amministrare.

  2. È Come riceviamo sempre tutte le spiegazioni su ciò che NON si può fare, nebbia e disinformazione su ciò che si può e si DOVREBBE fare. Iantorno ci potrebbe spiegare pure perché le vendite di edifici comunali sono state e sono in disastro.

  3. Grazie Iantorno, qualcosa nei rapporti (ed è grave per il bene della città) di comunicazione in comune di Como tra consiglieri comunali sia in maggioranza che minoranza, ma anche tra membri di giunta non funziona, solo Lei oggi “svela” il perché non si possono usare questi ambienti per il “dormitorio” a Santa Teresa , vi è un vincolo di destinazione…. auspico si cerchi in altri spazi cittadini di Como la soluzione… sociale al dormitorio

  4. Ma il comodato gratuito non viene a mancare se l’immobile non è utilizzato per gli usi previsti nell’atto concessorio?

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