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La fuga dal Mali, l’orrore libico, poi la luce. Ecco il racconto di Chiara: “Amico mio, oggi hai casa e lavoro”

No, non è tutto orrore. No, non sono solo muri alla frontiera e vaneggiamenti Social sparati un po’ così.

Il reale è una narrazione ben diversa dalle retoriche opportunistiche.

Così oggi Chiara Bedetti (Volto notissimo di Legambiente e Refugees Welcome) racconta la storia di un uomo fuggito a 13 anni dai ribelli in Mali, finito nelle prigioni libiche e poi arrivato a Como.

Non senza una fatica immensa, è entrato nel circuito dell’accoglienza (perché l’alternativa alla strada in questa città c’è eccome, nonostante tutto, ed è forte e splendidamente strutturata).

Foto Pozzoni

Fatti intensi, crudi, realissimi.

Non c’è nome e va bene così: questa storia è la storia di milioni di donne e uomini. Vicenda di oggi e vicenda di sempre, poiché, troppo facile scordare, le migrazioni sono parte fisiologica della storia umana.

Ecco il racconto:

Sei arrivato nella primavera del 2016, a 17 anni appena compiuti. Eri su un grosso gommone, di quelli con un centinaio di disperati stretti senza lo spazio per muovere un muscolo, salvato da una nave della Marina Militare Italiana. Allo sbarco ti hanno messo su un pullman per Milano e poi spostato a Como. Capivi ben poco di quello che ti accadeva intorno, ma certo e’ che non ti fidavi di nessuno. D’altra parte come potevi fidarti dopo la fuga dai ribelli in Mali a 13 anni, il lungo viaggio attraverso l’Algeria, un anno di prigione in Libia?

Un paio di mesi dopo, in estate, sei entrato in una delle mie classi. Sempre serio, con la faccia scura, lo sguardo diffidente. Ti sedevi con le spalle al muro e restavi li, immobile, senza neppure togliere lo zaino dalle spalle. Era la classe degli analfabeti, perche’ in Mali non hai avuto la possibilita’ di andare a scuola, facevamo dei giochi con le sillabe e le parole per approcciare alla scrittura ma tu niente… No, no, no! Non riuscivo nemmeno a farti tirar fuori il quaderno. No, no, no! Adesso ridi quando te lo ricordo. E rido anche io, pensando che fortunatamente non erano tutti come te i miei studenti, altrimenti sai che fatica!

Piano piano ti sei lasciato andare e la scuola e’ diventata un dovere che accettavi malvolentieri ma, intelligente e svelto come sei, hai imparato velocemente. La lettura e la scrittura restavano un ostacolo, pero’ parlavi e capivi sempre meglio e giorno dopo giorno affioravano sempre piu’ spesso degli splendidi e coinvolgenti sorrisi. Poi e’ arrivato il documento e, quasi contemporaneamente, una preziosa opportunita’ di tirocinio che oggi e’ diventato un contratto di apprendistato in una grande azienda che ti ha dato l’opportunita’ di crescere e imparare moltissimo. Da due mesi hai lasciato il dormitorio e vivi in un monolocale in affitto che dividi con un amico. E a settembre ti aspetta il corso per conseguire la licenza media. Sara’ difficile ma certo non piu’ difficile di tutto quello che hai gia’ superato.

Sono stati tre anni faticosi, tutti in salita. A volte mi chiedo quali e quanti fantasmi del tuo passato hai dovuto affrontare per andare avanti nonostante le difficolta’.

Oggi pero’ sei qui, in vacanza a Parigi, dopo il tuo primo viaggio aereo!

Buona vacanza!

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