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Lettera di Elide a Mario: “Da papà della città, non tradisca le sue parole. Non lasci persone in strada”

Elide Greco è stata consigliera del Partito Democratico durante i cinque anni della giunta Lucini. Dunque, la radice politica è chiara e conosciuta. Eppure, in questo intervento che affida a ComoZero, la sfumatura di fondo è differente. “Vorrei che emergesse l’aspetto umano di tutta questa vicenda”, specifica interpellata al telefono.

La vicenda è sempre quella: il ritorno dei senza dimora sotto i portici di San Francesco dopo la chiusura di Emergenza Fredda, la grande mobilitazione politica e civica sotto l’hashtag #mettiamocilafaccia affinché sia il Comune a trovare i locali per un nuovo dormitorio permanente, la replica senza concessioni del vicesindaco Alessandra Locatelli e il conseguente no a ulteriori strutture d’accoglienza (qui l’articolo).

Greco però ha voluto affidarci il proprio punto di vista, rivolto forze ancor prima all’uomo Mario Landriscina e soltanto dopo al sindaco con il potere di decidere concretamente sulla questione.

Di seguito, il suo intervento integrale.

Quella dei senza dimora è una triste storia, ulteriormente peggiorata negli ultimi due anni. Eppure, io ho apprezzato il discorso pronunciato dal sindaco lo scorso 25 aprile. Particolarmente un punto mi ha colpito, il seguente: “Abbiamo il dovere di trasmettere ai giovani una sensibilità, di aiutarli a comprendere il senso di questa festa, punto di partenza dell’Italia moderna. Libertà, democrazia, dignità umana restano i cardini della nostra Storia, del nostro essere qui insieme. Sono il collante di una comunità che ha la volontà di camminare pacificata verso un futuro condiviso“.

Ora, davanti a quei concetti, se da politico pronuncio quelle parole, ma soprattutto se sono il “papà della città” in cui la gente cerca un aiuto soprattutto sociale e se ho avuto un ruolo così importante in un servizio così vicino alla sofferenza delle persone come il 118, come si può poi dimenticarli, non concretizzarli, lasciarli cadere nel vuoto?

Io non credo, per la sua storia, che Mario Landriscina sia insensibile a questi temi. Credo che nel suo animo ci sia una sensibilità reale. Voglio crederlo, almeno.

Capisco che da sindaco debba fare delle scelte, debba seguire una linea politica e mantenere un ruolo. Ma al “papà della città” mi sento di dire: non si lasci schiacciare dalle posizioni oltranziste e durissime del vicesindaco, abbia il coraggio di seguire ciò che lui stesso afferma.

Prenda il coraggio che serve, sindaco. Non lasci quelle persone per strada.

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