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Punti di vista

Libertà, cuore, fatica. Cari Ecoguerrieri di Como, la vostra lettera è dono e coraggio. Grazie, teneteci svegli

Non sapete quanto abbiamo bisogno di voi, ragazzi.

Che foste gente per bene, centrata, pulita, freschissima, lo abbiamo intuito fin dai primi giorni quando in solitaria (sia lui che noi) raccontavamo i venerdì di Davide Faifer (qui).

Il primo articolo risale al 25 gennaio, da allora a oggi avete riempito le piazze, raccontato, spiegato.

Di più: avete resistito a chi col microfono (da televisivo che la sa lunga) veniva a farvi il quiz sulla formula molecolare della clorofilla o sul perossiacetilnitrato nello smog fotochimico, avete dovuto spolverare bacheche Social dalla banalità adiposa dei vecchietti che avevano qualcosa da dirvi, spiegarvi, rimproverarvi, insegnarvi.

Avete dimostrato che, no, non è sempre divertente fare le sentinelle al freddo, sotto la pioggia che scioglie i cartelloni, nell’indifferenza o con risolino dei passanti: è vero, ragazzi, ci sono modi migliori e più divertenti per non andare a scuola che piazzarsi davanti a Palazzo Cernezzi tutta una mattina.

Avete detto, ribadito e dimostrato che studiate, che osservate, che lottate per l’ambiente con metodo e amore. Le manifestazioni sono la punta di una montagna fatta di gruppi di lavoro, approfondimento, confronto.

Il tema non è Greta, Greta è il simbolo, la guida, un nome carico di significati più che rispettabili, vero. E sa il cielo quanto abbiamo bisogno di emblemi, di esempi.

Ma oggi tema siete voi, il tema sono i vostri nomi, il tema è l’azione che supera il chiacchiericcio.

Vi hanno detto che sporcate, che fate casino, che dopo le manifestazioni mangiate junk-food altamente inquinante, che siete pure colpevoli dello smog prodotto dai bus, che indossate vestiti non eco, vi hanno detto che dovreste, se coerenti, vivere nei boschi nutrendovi di lombrichi e dissetandovi con acqua piovana.

Lasciateli dove sono, non importa. Anche oggi dimostrate una consapevolezza rara, preziosa. Grazie per la lettera che avete inviato a noi e ai colleghi di altre testate, fa letteralmente venire i brividi. La pubblichiamo integralmente, ancora una volta siete mille passi avanti, per fortuna.

Non sapete quanto abbiamo bisogno di voi, ragazzi. Purtroppo non lo sanno nemmeno alcuni di noi. Ma ci fate un gran bene. Siamo anziani, ricordatelo: teneteci svegli ché ogni tanto ci parte l’abbiocco involontario, mi raccomando.

LA LETTERA

Siamo i componenti del gruppo comasco Fridays for future e le scriviamo con l’intenzione di fare chiarezza sulle finalità del movimento internazionale cui apparteniamo, sulle modalità con cui desideriamo raggiungere i nostri obiettivi e anche per difenderci dalle offese nei nostri confronti che circolano sui gruppi social e certa stampa. Come lei sa, il nostro impegno nasce dall’esempio di Greta Thunberg, una ragazza svedese che nell’agosto scorso, quando aveva ancora quindici anni, ha iniziato ad astenersi dall’andare a scuola tutti i venerdì per manifestare davanti al parlamento la necessità urgente di introdurre misure per contenere il drammatico aumento globale della temperatura nei limiti dell’accordo di Parigi del 2015. Secondo la quasi totalità degli scienziati (per la precisione il 97 per cento di essi), la specie umana dovrà risolvere la grave crisi climatica in atto entro il 2030 (mancano quindi solo 11 anni) per evitare una strada senza ritorno che rischia di portarla verso l’estinzione.

Agli “scioperi” di Greta si sono aggiunti quelli di decine di migliaia di studenti di tutto il mondo, che colpiti dalla sua forma di protesta hanno iniziato a ragionare sui rischi cui andiamo incontro, e alcuni di essi hanno deciso di seguire il suo esempio. La stampa è stata inizialmente benevola nei confronti di Greta e del nascente movimento, ma dopo il Primo sciopero globale del 15 marzo scorso che solo in Italia ha visto manifestare un milione di studenti, sui media hanno iniziato a circolare ipotesi offensive sulle motivazioni di Greta e sull’eventualità che l’ispiratrice del nostro Movimento sia manipolata da chissà quali poteri, fino ad arrivare a fotomontaggi e false notizie miranti a ridicolizzarla e minare la sua reputazione.

(Intero fotoservizio: Matteo Congregalli)

Contemporaneamente da parte di numerosi benpensanti – perlopiù genitori, insegnanti, editorialisti – si è levata un’ondata di dissenso nei confronti dei nostri «scioperi del venerdì», a loro dire sovraffollati da studenti in malafede, per i quali l’astensione dalle lezioni sarebbe solo una «scusa per bigiare la scuola». E anche nei confronti degli studenti al di sopra di questo sospetto per il loro buon rendimento scolastico si è levato il monito a rinviare le manifestazioni al pomeriggio, così da non rischiare di inficiarlo. Desideriamo chiarire che il nostro percorso di studi è molto importante, perché ci aiuta a formarci e a inserirci nel mondo del lavoro, valore fondamentale per ogni cittadino, non solo per il sostentamento che ne trae. Secondo noi, ancora prima della scuola e del lavoro sono in gioco la sopravvivenza dell’intera umanità, cioè il nostro futuro e quello delle generazioni successive. Ci chiediamo perché si fatichi a comprendere questo concetto. Ci domandiamo ad esempio perché, anche quando il mondo adulto arriva a condividere le nostre convinzioni, poi non fa nulla per cambiare le cose.

Certo che il nostro percorso scolastico è importante, direttore. Ma riguarda noi. E i nostri successi scolastici non servono a gratificare genitori e insegnanti, ma per costruire il nostro futuro. Siamo esseri umani, non macchine che si giudicano per il loro rendimento. Non apparteniamo ai nostri genitori. Agli adulti che ci criticano o ci impediscono di partecipare agli scioperi chiediamo di rispettare la nostra volontà. Perché siamo giovani, ma dotati di cuore e cervello, della capacità di comprendere, giudicare e anche di assumerci responsabilità. In alcuni Paesi, a 16 anni è già possibile guidare un’auto. In Italia il consenso sessuale è a 14 anni. Non riusciamo quindi a capire perché non si accetti che alla nostra età si possa essere liberi di decidere anche di non andare a scuola per manifestare. Anche perché – come ormai si sa – i nostri scioperi del venerdì non sono contro la scuola, ma servono a sensibilizzare persone e istituzioni. Molti ci chiedono di cessare gli scioperi e di manifestare di pomeriggio, ma a noi sembra ovvio che priverebbe di significato la nostra protesta, depotenziandola. Non si possono cambiare le cose senza dare fastidio a qualcuno. E neppure senza rinunciare a qualcosa.

Non possiamo negare che alcuni di noi (comunque meno di quanto si immagini) approfittino dei nostri scioperi per evitare una verifica scolastica o semplicemente per disimpegno. Noi non incoraggiamo questo atteggiamento. E così come sappiamo riconoscerlo, siamo certi che siano in grado di farlo anche genitori e insegnanti, i quali dovrebbero allora sforzarsi di distinguere. Non desideriamo neppure introdurre una contrapposizione tra mondo adulto e giovanile. Forse non tutti sanno che, nella prima assemblea nazionale svoltasi a Milano il 13 aprile scorso, il nostro Movimento ha cessato di essere generazionale e si è aperto a persone di ogni età. Purtroppo a questa notizia non è stato dato risalto. Molti adulti hanno già iniziato a unirsi a noi. Confidiamo che quelli che arriveranno siano sempre più numerosi. Perché se il futuro riguarda soprattutto noi e le generazioni che seguiranno, abbiamo bisogno anche del loro contributo, e immaginiamo che il nostro destino stia loro a cuore. I nostri presìdi del venerdì davanti al Comune continuano anche a scuole chiuse e proseguiranno per tutta l’estate.

Infine, ci permettiamo di sottolineare che sui media si parla degli scioperi, ma poco delle numerose attività collaterali che organizziamo: dalla raccolta di rifiuti nei boschi e nelle strade cittadine, agli eventi cui partecipiamo per sensibilizzare sulla catastrofe climatica in atto, al gruppo di elaborazione proposte che in questi mesi sta preparando delle richieste da presentare all’amministrazione cittadina volte a ottenere misure per migliorare la sostenibilità ambientale della nostra città. Oltre che la richiesta di dichiarazione dell’emergenza climatica e ambientale come altre città hanno già proclamato.

Questa lettera non ha lo scopo di promuovere il Movimento e le sue istanze, ma soltanto di chiarire alcuni equivoci sulle finalità e sulla credibilità di chi vi partecipa. Se deciderà di pubblicarla ci farà piacere, poiché riteniamo che il contributo dei media alla salvaguardia del nostro pianeta sia fondamentale. Saremo comunque lieti di fornire a lei e ai suoi lettori maggiori dettagli sulle nostre attività e sulle motivazioni che le sostengono.

Ringraziandola dell’attenzione, ci scusiamo se qui di seguito non troverà nome e cognome dell’autore: il testo è redatto e firmato collettivamente perché il nostro Movimento, pur essendo politico, a differenza dei partiti da cui prende le distanze non è fondato su basi ideologiche bensì su studi scientifici, e non desidera darsi strutture verticistiche.

Cordiali saluti,

Fridays for future – Gruppo di Como

fridayforfuturecomo@gmail.com

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