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Un residente, l’altro sguardo su via Anzani: “Nessuno ha paura a uscire di casa. E la repressione non basta”

Nei giorni scorsi abbiamo dato ampio spazio al caso di via Anzani, raccontando il “coprifuoco” imposto dal Comune a 3 locali, elencando e documentando i fatti che hanno determinato il provvedimento e dando voce ad alcuni tra esercenti e residenti.

Oggi ospitiamo un’altra voce del quartiere, di taglio decisamente diverso dalle precedenti. Come in altre occasioni, abbiamo garantito la riservatezza dell’autore – esplicitamente richiesta e accettata di buon grado dopo contatto diretto.
Di seguito, la mail giunta in redazione, in forma integrale. L’indirizzo, per chi volesse intervenire, è sempre redazionecomozero@gmail.com

La situazione di Via Anzani/Via Magenta è frutto di un miscuglio complesso di problematiche.

Gli interventi della polizia riguardano per la stragrande maggioranza delle risse che hanno coinvolto anche persone all’esterno del bar Maiorca (italiani che spesso bevono parecchio) che si azzuffano con i clienti della sala scommesse (immigrati che spesso bevono parecchio). Capisco che per il bar sia un grave danno economico chiudere alle 18 ma penso che sappiano anche loro che una parte della loro clientela è coinvolta nello stato di tensione.

Come accaduto per i giardini di via Anzani, il Comune potrebbe pensare di vietare la vendita di alcolici (anche questo sarebbe un danno economico per il bar e per l’alimentari straniero, ma comunque ridotto rispetto alla chiusura anticipata alle 18) in alcune fasce orarie ai due locali. Questo inciderebbe sullo stato di ubriachezza sia dei clienti del bar che degli immigrati che si trovano sul marciapiede, che è il vero problema al momento.

Il quartiere non è degradato e i suoi abitanti lo sanno bene. Episodi di illegalità danno ovviamente fastidio ma credo che nessuno dei residenti abbia timore a rientrare tardi la sera perché un senso di comunità esiste.

Alla politica si deve chiedere di ragionare in termini di integrazione perché la sola repressione è inutile: alle retate che vengono fatte non seguono mai arresti definitivi perché i migranti in strada sono per la maggior parte regolari (al contrario della favoletta che li vuole tutti clandestini…). Certo che alcuni segnali sono comunque desolanti: il fatto che la Regione Lombardia abbia deciso di mettere il tema IMMIGRAZIONE sotto la gestione dell’assessore alla SICUREZZA (facendolo diventare un problema solo di criminalità) anziché dell’assessore agli Affari sociali la dice lunga sulla ”visione” politica del problema.

Saluti.

Un residente.

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4 Commenti

  1. Anche io vivo in Via Anzani, condivido il parere del signore qui esposto.
    Ps il bar Maiorca guardi anche se stesso e non solo i vicini…

  2. Condivido tutto quello che ha scritto il signore che abita in via Anzani. Invece di generare allarmismi e “melodrammi” sociali, sarebbe opportuno chiedere direttamente a chi ci abita.

  3. Una visione lucida e strutturata della situazione reale, lontana dalle favolette leghiste buone per i poveri di cervello.
    “Bisogna ragionare in termini di integrazione perché la sola repressione è inutile” è un concetto fondamentale, che ci può salvare dal degrado in cui stiamo precipitando per colpa dell’attuale governo IMBARAZZANTE della nostra città, che non fa altro che moltiplicare ed acuire i problemi.

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