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Sanità Centrolago. Il generale Mauro va in guerra: “Vogliamo tornare a casa, a Como”

Uomo di pensiero, con il piacere dell’osservazione profonda, Mauro Guerra, sindaco di Tremezzina, le battaglie le conduce da generale britannico: non un “ve l’avevo detto”, non un “colpa loro, ci pensino loro”. Certo tra sorriso e analisi, qualche ammiccamento, diversi sassi sversati dalle scarpe, non lascia spazio a concessioni.

Sono i giorni della sommossa in CentroLago dopo anni di disastri e disagi legati al trasferimento della gestione sanitaria da Como a Sondrio. Ora, praticamente unanime, la voce dei laghée si alza tra sponda e valle e chiede un ritorno in casa lariana.

“Lega e Fratelli d’Italia vennero – accusa Guerra – a raccontare che sarebbero arrivate risorse importanti per la sanità e per l’ospedale di Menaggio”.

E poi?

Con la partita Ats Montagna, ingolosirono molti amministratori locali

Che oggi si son pentiti. Lei si disse contro da subito

All’epoca ci opponemmo io e l’allora sindaco di Menaggio, Adolfo Valsecchi. E’ un’operazione che dall’inizio ha subito evidenziato i limiti che avrebbe avuto. E’ stata gestita in modo politicamente affrettato

CENTROLAGO, SOMMOSSA SANITARIA: TUTTE LE TAPPE

Che cosa non ha funzionato?

C’è un errore politico di costruzione della riforma. L’idea che la sanità di montagna debba essere supportata e assistita in modo particolare è condivisibile ma trasformarla in una circoscrizione amministrativa riducendo la montagna lombarda a un’area compresa tra la Valcamonica, la Valtellina e un pezzo di Centrolago è sbagliata. Primo perché questa non è la sola montagna lombarda, secondo perché non si costruisce un ridotto amministrativo, servono politiche serie

Per esempio

Noi obiettammo subito che storicamente, morfologicamente, dal punto di vista dei trasporti, direi di tutto, noi siamo legati a Como e non a Sondrio. Nulla contro la Valtellina ma il lago è un’altra realtà. In Altolago sono contenti di essere passati a Sondri, ma per noi è stata, e resta, un’operazione poltica senza senso

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Oggi tutti tra operatori e pazienti (soprattutto i pazienti) lamentano enormi disagi. Peraltro ampiamente annunciati due anni fa da Medici, Farmacisti, Infermieri e Sindacati

I disagi sanitari erano ampiamente prevedibili a partire dall’ospedale di Menaggio. Abbiamo sempre saputo che non sarebbe mai stato un presidio dotato di tutte le eccellenze e di tutti i servizi dei grandi ospedali ma proprio per questo aveva, e ha, bisogno di un legame con un ospedale di prima grandezza come il Sant’Anna con cui peraltro c’erano convenzioni, rapporti e un sistema consolidato

Da dove partite oggi

La riforma è un disegno completamente scollegato da un ragionamento sulla zona. La domanda prima è: a questo territorio quali servizi servono? Come devono operare i servizi, i medici di base? E’ mancata progettazione

Peraltro ogni Ats ha le sue regole

Infatti, questa rivoluzione è costata un sacco di soldi. Nessuno accusa medici, dirigenti e operatori dell’Ats Montagna che, anzi, lavorano in modo eccellente e cercano ogni giorno di risolvere problemi enormi. Non è colpa loro se il sistema non funziona. E’ stato buttato a mare un modello che funzionava e ne è stato costruito uno che non va bene. I problemi ci sono e son reali, quotidiani

CENTROLAGO, SOMMOSSA SANITARIA: TUTTE LE TAPPE

Maroni aveva annunciato che, a qualche mese dall’avvio della Riforma,  vi sarebbe stato un incontro con il territorio

Ricordai a Maroni che non solo questo passaggio era stato promesso ma che era scritto nella Legge.  Era il 2016, eravamo ancora in tempo gli chiesi di ascoltarci: naturalmente non accadde nulla. Adesso dobbiamo cogliere l’occasione nella sua interezza

Cioè?

Questo territorio chiede a gran voce il ritorno a Como. Bene, ma non basta tornare a Como dobbiamo essere in grado di capire come garantire un futuro all’Ospedale di Menaggio e come si devono organizzare i servizi di base sul territorio. L’operazione è stata insensata ma c’è un ripensamento di molti

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Siete più di 20 sindaci

E oggi c’è una nuova disponibilità. Penso a quanto ha detto sulle vostre pagine il presidente del consiglio regionale, Alessando Fermi. Con gli Ordini Professionali lavoriamo insieme. Loro produrranno un nuovo documento, noi sindaci anche

Poi?

Abbiamo chiesto un’incontro all’Assessore alla sanità, Giulio Gallera

Per quando?

Dovrebbe essere in maggio

Insomma volete tornare a casa

Vogliamo tornare a casa, a Como

 

 

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4 Commenti

  1. Qui continuano a votarli nonostante tutto ciò. Mi sembra che i lagheè si meritino quella pessima politica fatta di incapacità e promesse menzognere, (per non voler pensare a caso Maugeri, lady dentiera e simili delizie)

  2. Trovo molto pertinente la riflessione della sig.ra Franca : Maroni e la sua giunta (assessore Gallera compreso) hanno svuotato Como anche in altre pratiche a favore di Varese (è un dato di fatto) I consiglieri regionali locali non si sono ribellati a questo evento oppure se lo hanno fatto , comunque non hanno avuto ragione della difesa legittima del territorio . Ora pensate che il nuovo presidente (ex sindaco di Varese) voglia porre rimedio? Oppure Fermi e gli altri consiglieri leghisti siano propositivi . Io dubito . Vedremo

  3. Preferisco restare sul tema sanità che è prioritario e a tale proposito devo sottolineare che la città di Como e quindi anche l’ospedale S.Anna non sono stati trattati molto bene in quanto la sede della asst.Lariana è stata spostata a Varese,facendo diventare il S.Anna, di fatto un ospedale di secondo livello.Maroni ha,nel corso degli anni,messo le mani su Como al fine di varesizzarla, vale a dire si è appropriato della nostra provincia per potere favorire quella di sua appartenenza.Qualcuno avrebbe dovuto fargli notare che si stava forse “allargando un po’troppo”ma per il passato nessuno lo avrebbe fermato e solo quando gli balenò in testa di dividere in tre il lago di Como vi fa una sollevazione popolare.Prima tutti zitti.È ora che si rimettano le cose al proprio posto,con tanto di scuse alla popolazione e con la coda tra le gambe,senza se e senza ma.

  4. mah!! io non riuscirò mai a capire come si possano prendere decisioni di questo tipo senza valutare il contesto geografico, morfologico, sociale, assistenziale, territoriale e chi più ne ha più ne metta. Ma benedetta gente possibile che siete cosi ciechi quando fate queste scelte che incidono pesantemente sui nostri territori?? E questa della sanità è l’ultima, ma ci ricordiamo delle “paratie” che sembrano tornare quotidianamente all’attenzione dei giornali? io capisco che c’è un contenzioso da risolvere ma smettiamo almeno di usare quel nome….deve sparire da ogni pensiero perchè è un’opera “CONTRO-NATURA” stop.
    Non serve più, ma non sarebbe servita comunque, perchè in ogni caso come si fa a sbarrare un lago che si alza?(che tra l’altro ora è sempre più basso) ma vi immaginate barriere alte un metro e sessanta che si alzano davanti a piazza cavour?
    Ma ora, mi chiedo, c’è qualcuno, qualche tecnico ma anche una persona normale, che abbia visto qualche tavola di progetto di quello che si vuol fare?
    Nessuno si domanda cosa c’è in ballo? Che razza di interventi intende fare il comune?
    Qualcuno lo sa? Como Zero è a conoscenza di qualcosa? Sig Cantoni lei ha mai visto qualche schizzo, anche di massima? Io sono molto curioso perchè da più di vent’anni, prima come sindaco di Lenno, poi come consigliere provinciale ho scritto a mezzo mondo e ho fatto non so quante interpellanze ed ordini del giorno su questa follia.
    Spero proprio che il buon senso e l’amore per il nostro lago superi tutte le perplessità che ancora aleggiano nei meandri della nostra amministrazione cittadina e si ritorni ad una visione più realistica per la sistemazione del lungo lago di Como, tenendo anche conto che qualsiasi intervento venga realizzato in quel contesto resterà per decenni a giudicare chi l’avrà voluto e realizzato.
    Mi perdoni la lunghezza , ma lei mi sembra un giornalista vero.
    Cordialmente
    Giovanni Botta

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