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Fatale incontro in piazza: l’ego spietato di Gaddi “spaventa” Carola e Maria Antonietta

Sembra quasi una (benevola) maledizione: chiunque faccia l’assessore alla Cultura a Como, deve fare i conti con lo spettro o con la sagoma in carne e talvolta greve simpatia di Sergio Gaddi. E’ accaduto anche oggi. Anche alla nuovissima titolare della delega Carola Gentilini (qui la sua presentazione), la quale si è imbattuta nell’uomo azzurro – causa Forza Italia – che nel corso degli ultimi 7 anni ha già (politicamente) bruciato Luigi Cavadini e Simona Rossotti.

Como inaugurazione mostra “Manlio Rho il senso del colore”, ph Pozzoni

Siamo sul gossip spinto e vacuo, non c’è dubbio. Ma è chiaro che il faccia a faccia in pieno centro tra l’assessore-novizia e il vecchio lupo blu ha immediatamente scatenato bonarie illazioni e fantascenari: consulto per riportare le grandi mostre a Villa Olmo? Clamoroso patto politico tra passato e presente-futuro? Casualità assoluta?

Inutile dire che – purtroppo – a vincere è stata la terza ipotesi, nei pressi di piazza San Fedele. Anzi, dai pochi testimoni uditivi, la sceneggiatura è stata più o meno questa: Gaddi, avvolto nel suo ego tronfissimo e ridanciano per la morìa amministrativa dei successori, ha sostanzialmente continuato a fare ciò che fa dal giugno 2017, cioè sparare sulla giunta Landriscina.

L’assessore in carica, con estrema grazia e sensibilità, ha abbozzato pur senza concedere un millimetro alle intemerate del predecessore e portatore velenoso di Grandi Mostre.

In mezzo – tra l’imbarazzo e la fine arte diplomatica tra le due campane – la ferrea dirigente del settore Cultura, Maria Antonietta Marciano. Lieta dell’incontro dettato dal fato. Ancor di più del fatto che sia rapidamente finito.

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3 Commenti

  1. Bungiorno,
    Come dargli torto. Abbiamo perso le Grandi Mostre. Al posto di restaurare Villa Olmo si sono investiti milioni di euro e non sappiamo quanti ancora per i giardini, lo dico da amante di piante e fiori, ma prima il Patrimonio Artistico, e non mi sembravano così “deformi” i giardini, ora c’ è la manutenzione tra l’ altro. Abbiamo perso il LAKE COMO FILM FESTIVAL, mentre per esempio a Busto Arsizio, dico Busto Arsizio, è partita una magnifica manifestazione di Cinema. Iniziato il B.A. Film Festival, Enrico Vanzina e Luc Merenda protagonisti, con il regista “eroe” della stagione dei cinepanettoni e con il protagonista più amato (anche da Tarantino) dei polizieschi anni ’70.
    Tra gli ospiti di punta della giornata inaugurale del festival Luc Merenda, icona del cinema poliziesco italiano degli anni ’70, a cui andrà il Premio Stracult del BAFF. Nato in Francia, di origini italiane, ha trovato la sua Hollywood a Cinecittà, in Italia, patria d’adozione che lo ha accolto a braccia aperte agli inizi degli anni Settanta facendone uno dei protagonisti indiscussi di quella felice stagione cinematografica.
    La serata inaugurale ricca di premi e riconoscimenti. Il Premio Film Commission, che ogni anno riconosce le importanti realtà che a livello territoriale promuovono e sostengono il nostro cinema, quest’anno andrà alla neonata Veneto Film Commission e sarà consegnato al Presidente Luigi Bacialli; con lui sarà presente Maria Teresa De Gregorio, direttrice del Dipartimento Cultura della Regione Veneto.
    Per il quinto anno consecutivo il B.A. Film Festival ospita il Premio Lello Bersani assegnato dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici – SNGCI, con la consegna di un riconoscimento dedicato al giornalismo con le immagini, nel nome di una grande firma di sempre, che quest’anno va a Rai Movie perché è “Cronaca, curiosità e memoria del cinema nel segno di una passione che sigla il suo stile: libero e originale”. Laura Delli Colli consegnerà il premio a Cecilia Valmarana, Vice direttore di Rai Gold e responsabile di Rai Movie.
    Il Premio Eroi della Carta Stampata va alla rivista Bianco e Nero “per aver rilanciato una storica testata di cinema rendendola una pubblicazione approfondita, interessante, profonda liberandola da ogni suggestione accademica senza per questo inficiare la sua valenza culturale e scientifica”, ritirerà il Premio Alberto Crespi. Poi a Lucca c’ è un Festival della musica di respiro europee. Uno va a Mantova e pensa a Como e dice “Ma dove vivo?”. La proposta di un Festival della Filosofia? Affossato. Ad agosto da anni con migliaia di turisti e residenti in Città sia per crisi economica, sia per variazione abitudine, nessuna manifestazione una Como “morta”. Ha ragione da vendere il Presidente degli Albergatori che fine fanno i soldi della tassa di soggiorno. Si parlava di concerti allo Stadio, bene siamo ad aprile. A FUTURITMO con un grande artista come Renato Garbo è stata sbattuta la porta in faccia. Tutto fermo, sembra un’ amministrazione ferma come la storica imitazione del Prof. Romano Prodi di Corrado Guzzanti “FERMO COME IL SEMAFORO”. E la CULTURA non è importante ?…?
    State sereni, Bon Dimanche. Abbracci ?
    Davide Fent

  2. ( la maledizione sulla cultura comasca si è materializzata venerdì sera : la Sagra della Primavera su base registrata: UNA BESTEMMIA )

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