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Carfagna evoca il “Forza Fermi Gaffu Vivi”: Ale&Alberto, gemelloni tra coltelli e cappottini

Mara Carfagna ovviamente ha poi precisato con nettezza su Twitter: “Il mio campo politico è e resterà il centrodestra. Tra il mio percorso e quello di Matteo Renzi non possono esserci sovrapposizioni, lui è nell’altra metà campo e sostiene un governo di sinistra”.

Lette così, parole tombali sull’alleanza impossibile. E invece non cancelleranno facilmente l’altra frase, precedente, pronunciata sempre dalla dirigente di Forza Italia e vicepresidente della Camera al festival della testata Linkiesta. Questa: “Se Renzi dichiarasse di non voler sostenere più il governo di sinistra ma di avere altre ambizioni, Forza Italia Viva potrebbe essere una suggestione”.

Fin qui, dunque, il livello maximo nazionale. Ma il “gioco” sul chimerico patto renziano-forzista (benché su frasi vere) non può prescindere dalla fantapolitica locale.

E allora prendiamo loro due: il leader di Forza Italia in provincia di Como, Alessandro Fermi (un ex An invecchiato 6 anni nei crotti di Albavilla e Milano) e quello di Italia Viva (fresco ex Pd, se può esistere qualcosa di fresco nel Pd) Alberto Gaffuri (del quale recentemente abbiamo spifferato la potenziale ambizione a una discesa in campo pesante a Como città).

Il primo, Fermi, nel 2013 ripose il braccio teso nella vaschetta e fuggì dal crollo del mascara che teneva insieme gli zigomi di Berlusconi e l’allora Pdl (dove, appunto, entrò come ex Aennino), senza mai transitare in Fratelli d’Italia e approdando in Forza Italia. Dalla destra al centro più o meno liberalmoderato, dunque, ma sempre con cappottini chic.

Il secondo, battitore libero come aspirazione naturale – un Ego paragonabile a quello di Ibrahimovic, ma di più – entrò nel Pd (per pura fatalità: scivolò sullo zerbino della sede mentre andava da un parente al piano sopra) dopo i fasti delle renzianissime Lariopolde. Ha lasciato i dem quest’anno per salire sul vascello gigliato di Capitan Matteo (no, non quello, l’altro). Liberalmoderatoprogressista, diciamo.

Fermi compirà gli anni l’11 novembre prossimo e il suo primo vagito (molto composto e comunque già sorridente) risale al 1974.

Gaffuri iniziò a strillare esattamente 55 anni dopo la Marcia su Roma, il 28 ottobre del 1977. Coincidenza che forse ne spiega un certo innato cesarismo, anche se in camicia bianca. Anagraficamente sono comunque vicini. Così come nell’alfabeto: dopo la F viene la G. FG: “Forza Fermi Gaffu Vivi”, sarebbe anche una sigla di partito spendibile, volendo.

Hanno entrambi gli occhi azzurri: più da fotoromanzo anni ’80 il Forzista, da compagno di banco secchione il Vivaista (come si definiscano i membri di Italia Viva è oscuro, ma Viveur forse era peggio).

Cattiveria: Gaffuri è perfido anche quando ti abbraccia a Natale vestito da Bambinello. Fermi sembra buono anche quando ti toglie il taglierino dai reni.

Zona di provenienza: fossero due fiaschi (e qualche nemico potrebbe dire: “ne bevessero di meno”), sarebbero due Docg dei Colli Erbesi. Albavilla è il giardinetto di casa di Fermi, Albese con Cassano il ballatoio di Gaffuri. I due paesi diventeranno probabilmente “Albavilla con Fermi” e “Albese con Cassano con Gaffuri”.

Savoir faire: totale, per tutti e due. Probabilmente se non si conoscessero si fidanzerebbero. E si farebbero la tessera a vicenda.

Stato Civile: sposati, entrambi. Un figlio l’Ale, due l’Albe. Per mascherare ogni rischio di protagonismo eccessivo, i nomi veri delle creature – al di là dell’ufficialità – pare siano Fermo per il primo, Gaf e Fury per il secondo.

Stato politico: Fermi è in un partito che non c’è; Gaffuri in un partito che non c’era. I più cattivi li vedono insieme, tra qualche tempo, nel Partito che non ci sarà più.

Valori fondamentali. Per Fermi: gli occhi azzurri, i cappottini e la libertà. Per Gaffuri: gli occhi azzurri, le maniche tirate sù e la libertà.

Segni particolari: la capacità di farti sentire sempre suo cugino di Fermi; la capacità di farti sentire sempre suo cugino, per Gaffuri. Probabilmente, sono cugini anche loro.

Politici di riferimento: un po’ tutti per Fermi; il Renzi versione Statista di TeleMike per Gaffuri.

Concludendo: l’allenza è possibile davvero, tra questi due? Difficile rispondere. Perché la vera domanda è: sono davvero due?

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