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“Cerchiamo 11 top players alla Ronaldo”. L’Università dell’Insubria ingaggia stranieri (con 70mila euro)

Undici come una squadra di calcio: tanti sono gli studenti internazionali di assoluta eccellenza, “top players alla Ronaldo” (testuale nella nota ufficiale, ndr) , che l’Università dell’Insubria ricerca all’estero con un bando appena pubblicato. La volontà dell’ateneo di aumentare l’attrattività internazionale e il livello qualitativo della propria platea studentesca passa anche attraverso un significativo incentivo economico: i migliori studenti stranieri, che abbiano conseguito il diploma di accesso nel loro Paese con un voto uguale o prossimo a quello massimo, potranno venire a studiare a Varese o a Como con una borsa di 6.000 euro. La squadra di “campioni” ingaggiati all’estero potrà scegliere uno dei molti corsi di laurea triennale o magistrale dell’Insubria, che ha investito in questa iniziativa quasi 70.000 euro.

 

Afferma Giorgio Zamperetti, delegato del rettore per le relazioni internazionali: «L’internazionalizzazione deve essere strumento di incremento della qualità. Abbiamo volutamente alzato l’asticella dei requisiti e l’importo delle borse per attirare da noi gli studenti stranieri più dotati, i veri talenti. Questi ragazzi, studiando da noi, arricchiranno con la loro presenza il territorio, magari fermandosi a lavorare da noi dopo la laurea; ma anche se dovessero andare altrove, continueranno a mantenere con lo stesso un rapporto privilegiato, rimanendo ambasciatori della nostra cultura nei loro Paesi e alimentando una catena virtuosa di talenti e risorse verso la nostra regione».

Una parte delle borse sarà destinata agli studenti internazionali che vorranno iscriversi a corsi di laurea erogati in lingua italiana: «L’italiano – conclude Zamperetti – è la quarta lingua più studiata al mondo e ci sono all’estero decine di migliaia di studenti italofoni a cui vogliamo proporci; persino un personaggio come il Papa, quando parla alle folle nei molti Paesi che visita, ormai non usa il latino o lo spagnolo, sua lingua madre, e tantomeno l’inglese, lingua franca ma legata a modelli ideologici troppo occidentali, bensì proprio l’italiano; dato l’alto interesse per la cultura e lo stile di vita del nostro Paese, l’attrattività internazionale deve dunque passare non solo per i corsi che eroghiamo in inglese, ma anche per quelli in italiano, permettendoci di esportare la straordinaria versatilità della nostra offerta formativa».

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