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Grazia, forza e disciplina: la ginnastica artistica e il corpo di Sergio

“Quando l’armonia della grazia incontra la forza di un corpo disciplinato e consapevole nasce la ginnastica artistica. Una misteriosa energia avvolge il corpo, la concentrazione sfuma i pensieri estranei trasformandoti in puro movimento”.

La voce di Sergio Loi, 62 anni, ex atleta di ginnastica artistica, fondatore e istruttore dell’a.s.d. Ginnastica Gioy di Albese con Cassano, immerge chi lo ascolta in una dimensione comprensibile solo a chi pratica con passione uno sport.


Nato in Sardegna, si trasferisce a Chiavari e a nove anni entra in contatto con il mondo della ginnastica artistica attraverso l’a.s.d. Ginnastica Pro Chiavari.

“Un giorno – racconta – ho provato a fare un allenamento. È indescrivibile l’emozione che si prova quando senti qualcosa che ti appartiene. Da allora questo sport non mi ha mai abbandonato”.
Una disciplina sportiva antica, praticata da uomini e donne, che comprende esercizi di volteggio, corpo libero, cavallo con le maniglie, anelli, sbarra, trave di equilibrio e parallele.

Il talento di Sergio lo porta, appena dodicenne, a partecipare ai campionati regionali con il sogno rivolto alla nazionale giovanile. Ma un’amara sorpresa lo attende.
“A diciotto anni, durante un allenamento di preparazione per accedere ai campionati nazionali – ricorda tradendo l’emozione – mi sono infortunato alla spalla e questo ha provocato la fine della mia carriera agonistica. Un dolore grande, ma l’amore per questo sport mi ha risollevato e ho iniziato la carriera di istruttore”.

Sergio diventa tecnico federale a 25 anni e inizia a collaborare con la Nazionale giovanile incontrando giovani talenti del calibro di Jury Chechi e Boris Preti.
Nel 1985 entra nella Ginnastica Comense 1872 dedicandosi alla preparazione di giovani allieve.

“Con la comense ho avuto la possibilità – commenta – di partecipare a numerosi incontri internazionali, soprattutto con l’est Europa artefice di una lunga e vincente storia sportiva in questa disciplina, che hanno ampliato le mie conoscenze permettendomi di sviluppare un metodo personale”.

Il metodo di Sergio consiste in un approccio dove l’allievo, partendo dalla pura esecuzione tecnica, sviluppa una personale interpretazione artistica del movimento. Nel 1991, Sergio lascia la comense e fonda l’a.s.d. Ginnastica Gioy, affiliata alla Federazione Ginnastica d’Italia e fucina di numerosi talenti.
“Ho formato Tommaso De Vecchis, oggi ginnasta della nazionale – commenta – Simona Mascetti che ha conquistato numerosi titoli ai campionati italiani tra i quali l’oro alle parallele asimmetriche e alla trave, Tommaso Frigerio che ha vinto il titolo italiano senior e indossato la maglia della nazionale, solo per citarne alcuni. Una grande soddisfazione”.

Uno sport capace di entusiasmare intere generazioni ma non scevro di pregiudizi.
“Spesso ho sentito dire che è uno sport esclusivamente femminile e io rispondo che la ginnastica artistica è asessuata. Altri – racconta- la confondono con la danza per via della marginale componente coreografica. Altri ancora – continua – dicono che non è uno sport per maschi eterosessuali: un’affermazione ridicola, discriminatoria e ignorante perché lo sport non ha orientamento sessuale”.

Sergio ha un figlio, Riccardo, anche lui ginnasta.
“Ho insegnato a lui, e agli altri ragazzi, a replicare alle battute con fermezza. – conclude – Gli atleti di questa disciplina hanno una grande padronanza fisica e mentale, frutto di faticosi allenamenti. È uno sport che esalta l’essere umano, in tutti i sensi”.

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