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Grand Como Hotel: l’albergo di lusso vicino al Duomo e la rivoluzione infinita del centro

La rinascita dell’area compresa tra la fine di via Vittorio Emanuele, via Bellini e via Maestri Comacini non passa solo dalla riqualificazione di via Porta.

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Per il luglio 2020, infatti, è attesa la fine dei lavori di un nuovo hotel a quattro stelle che affaccerà sulla navata destra del Duomo, voluto da Antique Corner Srl.

“Il cantiere, avviato la scorsa primavera e i cui lavori termineranno in estate hanno portato alla ristrutturazione di un edificio residenziale della metà dell’800, convertito in un albergo da 20 stanze” spiega Elisabetta Cavalleri, progettista e direttore dei lavori partiti nell’aprile del 2019.

Chi già storce il naso all’idea di avere l’ennesima struttura alberghiera in centro città, invaso da case vacanze e B&b, dovrà placare gli animi, spiega l’architetto: “Sarà un edificio costruito su un modello contemporaneo molto diffuso all’estero. Il piano terra rimarrà a disposizione dei negozi e delle attività già presenti. Le camere partiranno dal primo piano. In questo modo favoriremo l’essenza polifunzionale dell’area. L’intenzione non è trasformare la città in un albergo a cielo aperto”.

Nel 2020 è inoltre prevista l’apertura del Museo del Duomo, all’interno dei locali di proprietà della Curia, nella porzione di stabile contigua all’hotel. “L’apertura dello spazio renderà ancora più interessante l’area” dice Cavalleri.

Il progetto, racconta l’architetto, si è rivelato piuttosto complesso da realizzare.

“In primis si è trattato di mettere mano a un edificio molto fragile – spiega Cavalleri, descrivendo i lavori di rinforzo strutturale che hanno richiesto circa un anno per essere ultimati – tramite un intervento di restauro conservativo abbiamo dovuto intervenire sulla facciata. Abbiamo proceduto con l’inserimento di micropali su 4 colonne che nel tempo hanno mostrato segni di abbassamento dovuti al generale processo di subsidenza (lo sprofondamento graduale del terreno, Ndr) che interessa la città. Il processo di rilievo dei materiali per avviare le fasi di consolidamento sono state, tra l’altro, svolte insieme al Politecnico di Milano”.

L’intervento e l’ammodernamento di un edificio antico e parte del tessuto del centro storico ha richiesto, poi, la collaborazione con la Soprintendenza, vista anche la vicinanza al Duomo: “Ma l’intesa è stata trovata senza problemi anche per quanto riguarda le camere ricavate dai sottotetti che richiedevano l’applicazione di lucernari, invece che abbaini. Per quanto riguarda gli impianti di condizionamento, inoltre, non ci saranno condizionatori visibili sul tetto”.

L’apertura dell’hotel rientra nella primavera turistica che Como sta attraversando ormai da diverso tempo e che ha portato al fiorire di strutture ricettive, specialmente non alberghiere.

Sono dati recenti quelli che attestano a poco più di 800 i B&b e case vacanza aperti in città. Secondo l’architetto, questo ha avviato un processo potenzialmente dannoso per Como.

“Il pericolo è che la città si trasformi in un B&b a cielo aperto, portando a trasformazioni del tessuto del centro storico. Allo scomparire di abitazioni corrisponde la scomparsa delle attività che servono i residenti – conclude Cavalleri, sottolineando come gli hotel di lusso siano estranei a questa dinamica – al moltiplicarsi di strutture temporanee per turisti corrisponde un fiorire di negozi di catene che servono questo tipo di pubblico. Ed è un fenomeno difficile da controllare”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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