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Metrò leggero, parcheggi di cintura e un centro camera a gas: le domande sul turismo a Como

Su queste pagine, negli ultimi giorni, si è discusso molto di turismo, delle folle (quasi) oceaniche di Pasqua, di Pasquetta, di code, musei e molto altro. Si è andati dalla richiesta di un assessore regionale alla materia, al lancio di un nuovo infopoint in città, passando per le giuste battaglie su una Como più pulita e ordinata sul fronte dell’accoglienza fino allo stop alle grigliate selvagge ai giardini. Bene. Tutte cose con un loro rilievo specifico, senza dubbio. Ora, però, servirebbe che qualcuno spiegasse il quadro di riferimento in cui collocare queste microtessere di dettaglio, senza negarne l’importanza.

Per essere più chiari ed evitando la demagogia: è del tutto evidente che a nessuno, nemmeno alle istituzioni preposte, sarà facile dare risposte entro mezzogiorno su come gestire meglio le centinaia, migliaia di persone che inevitabilmente (e per fortuna!) continueranno a scegliere Como per le prossime gite/vacanze/passeggiate da qui a molti anni ancora. E tutto sommato, che venga la gente in città: perché il disagio – talvolta persino più psicologico che reale – che possono comportare code, file, “invasioni” più o meno pacifiche, porta con sé anche ricchezza, economia, benessere, posti di lavoro. E di questi influssi positivi, alla fine, gode un’intera comunità.

Fatte questa premesse, e ribadito che non sarebbe in alcun modo realistico battere i pugni sul tavolo per avere soluzioni miracolistiche già per il prossimo weekend – nessuno lo fa, peraltro – è altrettanto sicuro che nonostante un quadro potenzialmente molto critico di prospettiva, la sensazione è che di fronte a un mutamento epocale della natura stessa della città, la metaforica tartaruga istituzionale – o le tante tartarughe istituzionali – per ora abbiano soprattutto pensato a limitare i danni, a ritirare la testa nel guscio. Dai fronti più caldi e almeno in potenza incisivi (Comune, Provincia, Camera di Commercio, mondo associativo) non si scorgono ancora segnali forti e nitidi almeno sulla direzione da intraprendere per arrivare – anche con il tempo, ci mancherebbe – a gestire meglio l’enorme flusso di persone fatalmente atteso a ogni fine settimana, a ogni Ponte a ogni occasione di vacanza.

Non si scambino questi passaggi come un’accusa generica e facile: nessuno chiede al singolo assessore, al singolo presidente, al singolo imprenditore di tirare fuori la bacchetta magica (tra l’altro in un momento in cui, a Como, il settore alberghiero appare in fortissima crescita come dimostrano il nuovo Hilton, le suites in arrivo a Palazzo Venezia, l’hotel di prossima apertura in via Manzoni, il proliferare di case vacanza e bed and breakfast). Sarebbe ingiusto e ingeneroso attribuire alla carica specifica qualche colpa indelebile e unica, anzi lo sforzo dei singoli “orti” c’è, si coglie. Ma qui si torna all’inizio: manca, o come minimo ancora non si percepisce affatto, il quadro di riferimento in cui inserire le singole volontà, i singoli impegni.

Dunque, andiamo a bomba su alcuni punti specifici: ogni fine settimana le vie d’accesso alla città si trasformano in una trappola mortale per i veicoli che tentano di raggiungere o anche soltanto attraversare la città. Ora, al netto del fatto che sulla Lariana è fatalmente difficile ipotizzare grandi soluzioni innovative per vincoli fisici evidenti, almeno prima dell’asse via Paoli-Napoleona, il Comune di Como – e con esso i municipi contermini e tutti gli altri partner istituzionali sulla questione turismo – intendono fare qualcosa oppure alle porte del capoluogo dovremo abituarci a leggere “Rassegnatevi, fatevi multare e sperate”?

Turisti a Como

In campagna elettorale si è molto parlato di futuristiche soluzioni simili a metrotranvie leggere, nuovi maxiparcheggi di cintura, rilancio dell’autosilo in Valmulini e altro ancora: ci si crede sul serio o erano boutade? Esistono, si stanno studiando piani della mobilità straordinari o “d’emergenza” per il 25 Aprile, il Primo Maggio, il 2 Giugno o seriamente ci si vuole affidare soltanto ai pannelli con messaggio variabile e a qualche cartellone nuovo? Esiste l’intenzione di interpellare Trenord per valutare qualche sinergia nuova – magari limitatamente ad alcune occasioni – oppure no?

Qual è la politica che si intende perseguire rispetto all’accesso indiscriminato e assoluto delle auto verso il centro di Como: si opterà per lasciare completamente mano libera al traffico privato oppure si valuteranno strumenti anche persuasivi (se non disincentivanti) per rallentare la morsa infernale su quella camera a gas chiamata centro storico? In tema di sosta, esiste qualche piano strategico di prospettiva oppure no?

Il consiglio comunale

In consiglio comunale, poche settimane fa, la lista “Rapinese sindaco” ha fatto approvare all’unanimità una mozione per dotare la Funicolare di una biglietteria automatica: a che punto siamo? E chi – dal livello locale a quello statale – sta facendo pressioni sulla Navigazione per la biglietteria online, se qualcuno le sta facendo? Sulla tassa di soggiorno – circa 800mila euro all’anno di incasso – esistono idee di impiego per le voci più urgenti oppure no?

Non sono le soluzioni miracolistiche che si chiedono. E nessuno immagina che in una splendida giornata di Pasqua le strade siano deserte. Ma almeno per la gestione del fenomeno, per l’individuazione di un modello di turismo su cui calibrare gli interventi possibili, ora servono risposte, indirizzi chiari. Anche di medio-lungo periodo. Basta che arrivino.

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2 Commenti

  1. Mi ripeto qui, e continuerò a ripetermi, la visione della precedente giunta volta a togliere auto dal centro é sacrosanta, poi l’hanno mal attuata, e solo in piccola parte, ma la strada deve essere quella
    Questa giunta invece non solo nulla ha fatto, ma prospetta una visione veramente preoccupante.
    Avete mai sentito parlare sindaco o assessori preposti di parcheggi di corona? Di sviluppo del trasporto pubblico cittadino e di cintura?
    Hanno poche idee e pure confuse, sembra chissà cosa hanno fatto per mettere una strettoia (provvisoria e orribile) in via Masia, quando l’unica soluzione lezione valida é un semaforo pedonale; della rotonda in fondo alla Napoleona …. stanno ancora studiando.
    Un vero e assoluto disastro

  2. Sono senza speranza. La precedente giunta verrà ricordata, nel bene per la differenziata checchè se ne dica, nel male per la gestione parcheggi e l’eutanasia di Piazza Roma. Questa qui continua a dire faremo, questo e quello non va , ma appare priva di qualunque progettualità. Finora non solo nulla di reale, ma neanche un’idea realizzabile. Tutte le promesse resteranno promesse.

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